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      Gl'Italiani l'adoperano e la chiamano arcuccio. Il bambino resta sempre in questa scatola anche quando si allatta. In tal maniera si evita che la madre soffochi il bambino, ove ella si addormenti allattandolo di notte. Per questo motivo da noi muoiono parecchi bambini. Questa precauzione è dunque preferibile alle fasce perché il bambino si muove in tal modo più liberamente e si evitano le deformità, che avvengono spesso per la fasciatura.
     
      23. Un'altra consuetudine nella prima educazione è di cullare i bambini. Il mezzo più semplice è quello che adoprano certi contadini. Sospendono la culla alle travi per mezzo d'una corda e non fanno che spingerla; la culla si dondola da sè. Ma in generale il cullamento non serve a nulla. Si vede anche colle persone adulte, che quel dondolìo produce lo stordimento e l'alterazione di stomaco. Si vuole in tal modo stordire i bambini, per impedire loro di piangere. Ma il pianto è loro salutare. Appena usciti dal seno materno, ove son privi d'aria, cominciano a respirare, e così il corso del sangue, essendo in tal modo alterato, fa loro provare una sensazione dolorosa. Però col pianto essi facilitano lo sviluppo delle parti interne e dei vasi del corpo. È dunque pernicioso ai bambini cercare di quietarli appena cominciano a piangere, cantando loro qualcosa come sogliono fare le balie. E così cominciasi ad avvezzar male il bambino, poiché vedendo che tutto cede ai suoi pianti, li ripete più spesso.
     
      24. Veramente possiamo dire che i bambini del popolo sono più avvezzati male di quelli dei signori, perché il popolo scherza con loro come le scimmie.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96

   





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