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      Unicamente dai suoi istinti potrebbe esser guidato il fanciullo; ma, quando cresce, gli necessita l'idea del dovere. Parimente, non devesi cercare di mettere innanzi ai fanciulli il sentimento della vergogna, ma riserbarlo alla età giovanile. Difatti non può aversi tal sentimento se prima non siasi radicata la nozione dell'onore.
      Una seconda dote, a cui bisogna soprattutto mirare nella formazione del carattere del fanciullo, è la veracità. Questo infatti è il tratto principale e l'attributo essenziale del carattere. Un uomo che mentisce non ha carattere, e se v'ha in lui qualcosa di buono lo deve al suo temperamento. Molti fanciulli hanno una disposizione alla menzogna, che spesso deriva unicamente da una tal quale vivacità d'immaginazione. È dovere dei padri segnatamente di badare che i figli non contraggano questo abito, poiché le madri non vi annettono per ordinario che niuna o poca importanza; se pure esse non vi trovino una prova lusinghiera delle attitudini e delle capacità superiori dei loro figli. Qui torna opportuno di ricorrere al sentimento della vergogna, poiché il fanciullo in questo caso lo comprende benissimo. In noi si manifesta il rossore della vergogna quando mentiamo, ma questa non è sempre una prova di aver mentito o di mentire. Sovente arrossiamo della impudenza onde altri ci accusa d'una colpa. Non devesi cercare a verun costo di trar di bocca ai fanciulli la verità per via di punizioni, avesse pure a cagionare qualche danno la loro menzogna: e' saranno allora puniti per questo danno.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96