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      Questi non consistono già nel procurarsi un abito magnifico, nel darsi lauti desinari, quantunque nelle vesti e nei desinari convenga ricercare la decenza. E neppure consistono nel cercar di soddisfare i nostri desideri e le nostre inclinazioni, poiché dobbiamo anzi mostrarci temperanti e riservati; ma consistono nel conservare nella personalità interiore una certa dignità, che fa dell'uomo una creatura più nobile di tutte le altre. Difatti, all'uomo corre obbligo di non disconoscere nella sua propria persona la dignità della natura umana.
      Ora noi dimentichiamo questa dignità quando, per esempio, ci diamo all'ebbrezza e a vizî contro natura, ad ogni sorta d'intemperanza: cose tutte che pongono l'uomo più basso ancora dell'animale. Nè meno contrario alla dignità umana è l'avvilirsi dinanzi agli altri, o ricoprirli di complimenti, sperando di cattivarsi l'animo loro con una condotta sì indegna.
      Dovrebbesi far sentire la dignità umana al fanciullo nella sua propria persona, nel caso (per esempio) di laidezza, che almeno disdice all'umanità. Ma è soprattutto colla menzogna che il fanciullo si rende inferiore alla natura umana, giacché suppone oramai dispiegata in lui la facoltà di. pensare e quella di comunicare agli altri i suoi pensieri. La menzogna fa dell'uomo un essere degno di generale disprezzo, e lo rende a sè stesso indegno di quella stima e fiducia che ognuno dovrebbe portare a sè medesimo.
      b) Doveri verso gli altri. Si deve per tempo inculcare al fanciullo il rispetto dei diritti dell'uomo, e procurare che lo metta in pratica.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96

   





Doveri