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      I rimorsi della coscienza resteranno inefficaci, ove non li consideriamo come rappresentanti di Dio, il cui trono sublime è fuori e sopra di noi, ma che ha pure stabilito in noi un tribunale. D'altra parte, quando la Religione non è accompagnata dalla coscienza morale resta inefficace. La religione senza la coscienza morale, come abbiamo detto, è un culto superstizioso. Si pretende servire Dio con lodarlo, per esempio, col celebrarne la potenza e la sapienza, senza curarsi di osservare le leggi divine, senza neppur conoscere e studiare la sapienza e potenza di Lui. Taluni cercano in quelle lodi una sorta di narcotico per la loro coscienza, o una sorta di cuscino sul quale sperano riposare tranquillamente.
      I fanciulli non sono in grado di capire tutte le idee religiose, ma possiamo tuttavia inculcarne loro alcune; queste bensì debbono essere piuttosto negative che positive. È inutile di far recitare formole ai fanciulli; questo non può dar loro che un'idea falsa della pietà. La vera maniera d'onorare Dio sta nell'operare secondo la volontà di Lui: ecco la massima che si deve inculcare ai fanciulli. Nell'interesse loro e nell'interesse nostro, si badi che il nome di Dio non sia profanato così spesso. Invocarlo nei desiderî e negli augurî, sia pure con intendimento pietoso, è una vera profanazione. Ogni qualvolta gli uomini pronunziano il nome Dio, e' dovrebbero essere tutti compresi di rispetto; dovrebbero pertanto farne uso di rado e mai leggermente. Il fanciullo deve imparare a riverire Dio, prima come signore della sua vita e dell'universo, poi come protettore o provvidente dell'uomo, e finalmente come suo giudice.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96

   





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