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      Tutto è di tutti! E purchè l'uomo e la donna arrechino la loro quota di lavoro, hanno diritto alla loro quota di ciò che sarà prodotto da tutti. E questa quota loro concederà già l'agiatezza.
      Finiamola con queste formule ambigue quali «il diritto al lavoro» o «a ciascuno il prodotto integrale del suo lavoro». Ciò che noi proclamiamo si è il diritto all'agiatezza - l'agiatezza per tutti.
     
     
     
      L'AGIATEZZA PER TUTTI
     
      I.
     
      L'agiatezza per tutti non è un sogno. Essa è possibile, realizzabile, dopo ciò che i nostri antenati hanno fatto per rendere produttiva la nostra forza di lavoro.
      Noi sappiamo, infatti, che i produttori i quali formano appena il terzo degli abitanti nei paesi civili, producono già abbastanza, da recare un certo benessere in seno ad ogni famiglia. Noi sappiamo inoltre che se tutti coloro, i quali sciupano oggi i frutti del lavoro altrui, fossero costretti ad impiegare i loro ozii in lavori utili, la nostra ricchezza aumenterebbe in proporzione multipla del numero delle braccia produttrici. E noi sappiamo infine che, contrariamente alla teoria del pontefice della scienza borghese, Malthus, l'uomo accresce la sua forza di produzione molto più rapidamente che non si moltiplichi egli stesso. Più uomini popoleranno un territorio, più sarà rapido il progresso delle forze produttrici.
      Infatti, mentre la popolazione dell'Inghilterra non ha aumentato, dal 1844 ad oggi che del 62 per 100, la sua forza di produzione ha aumentato, a dir poco, in proporzione del doppio, cioè del 130 per 100. In Francia dove la popolazione aumenta di meno, l'accrescimento della produzione è pure rapidissimo.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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