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      Ivi s'incontreranno uomini appartenenti a dieci, venti scuole diverse, che non sono chiesuole personali come spesso si dice, ma corrispondono a particolari maniere di concepir l'estensione, la importanza, i doveri della Rivoluzione, possibilisti, collettivisti, radicali, giacobini, blanquisti, riuniti per forza; perdono il loro tempo a discutere. Gli onesti si confonderanno con gli ambiziosi, che sognan solo il dominio e il disprezzo della folla donde pure sono usciti. Arrivati tutti con idee diametralmente opposte, saran costretti a concludere alleanze fittizie, per costituir maggioranze che avran la durata di un giorno: si accapiglieranno, trattandosi l'un l'altro di reazionarii, di autoritarii, di bricconi; incapaci di mettersi di accordo su di alcun serio provvedimento, saran trascinati a pettegoleggiare di sciocchezze; non riuscendo che ad abortire dei proclami rumorosi, si prenderan tutti sul serio, mentre la vera forza del movimento sarà nella strada.
      Tutto ciò può divertire coloro che sono amanti del teatro. Ma anche una volta: questo non è la rivoluzione, e nulla di rivoluzionario è fatto ancora!
      Durante questo tempo il popolo soffre. Le officine scioperano, i laboratori son chiusi, il commercio ristagna. Il lavoratore non riscuote più nemmeno il salario derisorio che prima aveva, e all'incontro il prezzo di tutti i generi aumenta!
      Con quell'abnegazione eroica che sempre distingue il popolo, e che arriva sino al sublime nelle grandi occasioni, esso pazienta. È il popolo che nel 1848 esclamava: «Noi mettiamo tre mesi di miseria a' servigi della Repubblica» mentre i «rappresentanti» e i signori del nuovo governo sino all'ultimo sbirro, riscuotevano regolarmente la loro paga!


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





Rivoluzione Repubblica