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      Il popolo soffre. Nella sua fiducia di fanciullone, colla bonarietà della massa che crede ne' suoi agitatori, egli aspetta che lassù, alla Camera, al Municipio, al Comitato di salute pubblica si occupino di lui.
      Ma lassù a tutto si pensa, fuori che alle sofferenze della folla. Quando la carestia tortura la Francia nel 1793 e compromette la rivoluzione; quando il popolo è ridotto all'estrema miseria, mentre l'elegante passeggiata parigina de' Campi Elisi brulica di cocchi superbi ove le darne sciorinano le loro acconciature fastose, Robespierre insiste all'assemblea dei Giacobini perchè si discuta la sua memoria sulla Costituzione inglese! Quando nel 1848 il lavoratore soffre per la sospensione generale dell'industria, il Governo provvisorio e la Camera si bisticciavano sulle pensioni militari e il lavoro delle prigioni, senza domandarsi di che cosa viva il popolo durante questi periodi di crisi. E se un rimprovero deve muoversi alla Comune di Parigi, nata sotto il cannone dei Prussiani e vissuta appena settanta giorni, si è di non aver compreso che la rivoluzione comunale non poteva trionfare senza combattenti ben nutriti, e che con trenta soldi per giorno non si può nello stesso tempo battersi sui bastioni e mantener la propria famiglia. Il popolo soffre e domanda: Che cosa fare dunque per uscire da questa intricata situazione?
     
     
      III.
     
      Ebbene! a noi sembra che a tale domanda non vi sia che una risposta:
      - Riconoscere, e proclamare altamente che ciascuno qualunque siano stati nel passato il suo partito, la sua origine o la sua scuola, qualunque siano stati la sua forza o la sua debolezza, le sue attitudini o la sua incapacità, possiede, prima di tutto «il diritto di vivere»; e che spetta alla Società di ripartire fra tutti, senza eccezione, i mezzi di esistenza, di cui essa dispone.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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