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      Secondo quest'indizii, e riflettendo inoltre al lato pratico dell'espropriazione, di cui parleremo nei seguenti capitoli, noi siamo d'opinione che il nostro primo obbligo, quando la rivoluzione avrà spezzato la forza che mantiene il sistema attuale, sarà di realizzare immediatamente il comunismo.
      Ma il nostro comunismo non è quello dei falansteriani, nè quello dei teorici autoritarii tedeschi. È il comunismo anarchico, il comunismo senza governo, quello degli uomini liberi. È la sintesi dei due scopi ai quali mira l'umanità attraverso i tempi: la libertà economica e la libertà politica.
     
     
      II.
     
      Anche nel prendere «l'anarchia» come ideale di organizzazione politica, noi non facciamo che formulare un'altra decisa tendenza dell'umanità. Ogni volta che il progredire dello sviluppo delle società europee l'ha permesso, esse scuotevano il giogo dell'autorità, e abbozzavano un sistema basato sui principii della libertà individuale. E noi osserviamo nella storia che i periodi, durante i quali i governi furono scossi, in seguito a rivolte parziali o generali, sono state epoche di progresso immediato sul terreno economico ed intellettuale.
      È talvolta l'emancipazione dei comuni, i cui monumenti - frutto del lavoro libero di associazioni libere - non sono stati dipoi mai più superati; ora è la sollevazione dei contadini, la quale creò la Riforma e mise in pericolo il Papato; ora è la Società, momentaneamente libera, che sull'altra sponda dell'Atlantico crearono i malcontenti salpati dalla vecchia Europa.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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