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      La stessa lezione è ripetuta su tutti i toni dalla stampa. Colonne intere dei giornali son dedicate alle discussioni parlamentari, agl'intrighi dei politicanti; è molto se la vita quotidiana e immensa d'una nazione vi fa capolino tra qualche linea che tratta di un argomento economico, a proposito d'una legge, o, nella cronaca, a cagion della polizia. E quando voi leggete questi giornali, non pensate punto al numero incalcolabile di esseri - tutta l'umanità, per così dire - che crescono e muoiono, che conoscono tutti i dolori, che lavorano e consumano, pensano e creano, al di là di quei pochi personaggi imbarazzanti che sono stati tanto gonfiati, sino a far loro nascondere, colla loro ombra ingrandita dalla nostra ignoranza, l'intera umanità.
      Eppure, non appena si passa dalla materia stampata alla vita istessa, non appena si getta un colpo d'occhio sulla società, si rimane colpiti della parte infinitamente minuscola che il governo vi rappresenta. Balzac aveva già notato quanti milioni di contadini passano la vita intera senza nulla conoscer dello Stato, salvo le pesanti imposte che sono obbligati a tributargli. Ogni giorno avvengono milioni di transazioni senza che il governo debba intervenire, e le più importanti fra esse - quelle del commercio e della Borsa - sono regolate in tal maniera che il governo non potrebbe nemmeno essere invocato, qualora l'una delle parti contraenti avesse l'intenzione di non mantenere il suo impegno. Parlate a un uomo pratico del commercio, ed ei vi dirà che gli scambii operati ogni giorno fra commercianti sarebbero di un'impossibilità assoluta, se non fossero basati sulla mutua fiducia.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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