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      Quanto alle ricchezze di ogni specie accumulate nelle mani dei Rothschild e dei Vanderbilt, esse ci serviranno per meglio organizzare la nostra produzione in comune.
      Il giorno in cui il contadino potrà lavorar la terra senza rilasciar la metà di ciò che ha prodotto; il giorno in cui le macchine necessarie per preparare il suolo alle grandi raccolte saranno in abbondanza, alla libera disposizione dei coltivatori: il giorno in cui l'operaio dell'officina produrrà per la comunità e non per il monopolio, i lavoratori non saranno più ricoperti di cenci; e non vi saranno più Rothschild, nè altri sfruttatori.
      Nessuno avrà più bisogno di vendere la sua forza di lavoro per un salario che non rappresenta che una parte di ciò ch'egli ha prodotto.
      - «Sia pure, ci vien detto. Ma vi arriveranno dei Rothschild dal di fuori. Come potrete impedire che un individuo, il quale abbia accumulato milioni in Cina venga a stabilirsi fra voi? che si circondi di servitori e di lavoratori salariati, che li sfrutti e si arricchisca a loro spese?».
      - «Voi non potrete far la Rivoluzione su tutta la terra contemporaneamente. Oppure dovrete stabilire alle vostre frontiere dogane e doganieri, che perquisiscano quei che arrivano, e loro sequestrino l'oro che recano con sè. - Sarebbe proprio bello il vedere gendarmi anarchici, che tirano sui passeggeri!».
      Ebbene, in fondo a questo ragionamento risiede un grave errore. Egli è che pochi si domandano da dove provengano le fortune dei ricchi. Un poco di riflessione basterebbe per dimostrare che l'origine di queste fortune è la miseria dei poveri.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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