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      Eccovi un calzolaio. Ammettiamo che il suo lavoro sia ben rimunerato, che abbia una buona clientela e che, a forza di privazioni, sia riuscito a mettere da parte due lire al giorno, cinquanta lire al mese!
      Ammettiamo che il nostro calzolaio non cada mai malato; che mangi sino a saziare il suo appetito, malgrado la sua avidità per il risparmio; che non si ammogli, o pure non abbia figli; che non muoia di etisia; ammettiamo tutto ciò che vorrete!
      Ebbene, all'età di cinquant'anni egli non sarà riuscito a mettere da parte quindici mila lire; e non avrà abbastanza di che vivere durante la sua vecchiaia, quando sarà incapace di lavorare. Certo, non è così che si ammassano le fortune.
      Ma eccovi un altro calzolaio. Non appena egli avrà messo da parte qualche soldo, lo affiderà gelosamente alla cassa di risparmio, la quale lo presterà al borghese che sta impiantando una speculazione per lo sfruttamento dei senza lavoro. In seguito il bravo calzolaio prenderà un apprendista, - il figlio di un miserabile che si stimerà felice se, in capo a cinque anni, suo figlio imparerà il mestiere e arriverà a guadagnarsi la vita.
      L'apprendista «frutterà» al nostro calzolaio; sicchè, se questi ha buon numero di clienti, si affretterà a prendere un secondo e poi un terzo allievo. Più tardi, progredendo, stipendierà due o tre operai, - miserabili, felici di riscuotere tre lire al giorno per un lavoro che ne vale sei. E se il nostro calzolaio ha un poco di fortuna, cioè se è abbastanza furbo, i suoi operai ed i suoi apprendisti gli frutteranno una ventina di lire al giorno, oltre al suo proprio lavoro.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282