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      Potrà così ingrandire il suo negozio, e arricchirsi a poco a poco, senza più privarsi dello stretto necessario. Lascierà a suo figlio un piccolo patrimonio.
      Ecco ciò che si chiama comunemente «fare dei risparmi, aver abitudini sobrie e regolate». In fondo non si tratta sempre che di sfruttare i poveri che hanno bisogno di lavorare.
      Il commercio sembra fare eccezione alla regola. «Il tale, ci si dirà, compra del thè in China, l'importa in Francia, realizzando un beneficio del trenta per cento sul suo denaro. Così non sfrutta nessuno».
      E pure, il caso è analogo. Se il nostro tale avesse trasportato il thè sulle sue spalle, meno male! Una volta, e precisamente alle origini del medio evo, il commercio si faceva in tal maniera. Così pure non si arrivava mai alle favolose ricchezze dei giorni nostri; il mercante d'allora metteva appena da parte alcuni scudi dopo un viaggio penoso e pericoloso. E forse era più il piacere delle avventure e dei viaggi che non la sete di guadagno, che lo spingeva a darsi al commercio.
      Oggi il metodo è più semplice, il mercante che possiede un capitale non ha bisogno di muoversi dal suo ufficio per arricchirsi. Telegrafa ad un rappresentante l'ordine di comperare cento tonnellate di thè; noleggia un bastimento; e in alcune settimane, - in tre mesi, se è un veliero - il bastimento gli avrà portato il suo carico. Non corre nemmeno i rischi della traversata perchè il suo thè e il suo bastimento sono assicurati. E se ha speso cento mila lire, ne riscuoterà cento trenta; - a meno ch'egli non abbia voluto speculare su qualche nuovo genere di mercanzia; nel qual caso rischia, sia di raddoppiare il suo denaro, sia di perderlo interamente.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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