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      Vi sono infatti, nelle nostre società, dei rapporti stabiliti, che sono materialmente impossibili ad essere modificati, se si colpiscono soltanto in parte. I varii ingranaggi della nostra organizzazione economica sono così intimamente collegati fra loro, che non si può modificarne uno solo senza modificarli tutti nel loro insieme. Di questo ci si accorgerà quando si vorrà espropriare chiunque sia.
      Supponiamo, infatti, che in una regione qualunque si compia un'espropriazione limitata, la quale, per esempio, si restringa all'espropriazione dei grandi proprietari di fondi, preservando le officine, come non è molto, chiedeva si facesse Henry George; che nella tale città si espropriino le case, senza mettere in comune le merci e i generi di consumo; oppure che nella tale regione industriale si espropriino le officine, senza ledere le grandi proprietà fondiarie.
      Il risultato sarà sempre lo stesso. Scompiglio immenso della vita economica, senza avere i mezzi di riorganizzare questa vita economica su nuove basi. Sospensioni dell'industria e dello scambio, senza ritornare ai principii di giustizia; impossibilità per la società di ricostruire un tutto armonico.
      Se l'agricoltura si emancipa dal gruppo proprietario fondiario, senza che l'industria si emancipi dal capitalismo, dal commerciante, dal banchiere - non si sarà concluso nulla. L'agricoltura soffre oggi, non soltanto di dover pagare un reddito al proprietario del suolo, ma di tutto l'insieme delle condizioni attuali; soffre delle imposte che l'industriale preleva su di lei, facendo pagare tre lire una vanga che non vale - paragonata col lavoro dell'agricoltore - più di quindici soldi; soffre delle tasse prelevate dallo Stato, il quale non può sussistere senza un'infinita gerarchia di funzionari; soffre delle spese di mantenimento dell'esercito, il quale conserva lo Stato, perchè gl'industriali di tutte le nazioni sono in lotta perpetua per avere il predominio sui mercati internazionali, ed ogni giorno la guerra può scoppiare in seguito ad una contesa sopravvenuta per lo sfruttamento di qualche parte dell'Asia o dell'Africa.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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