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      E se gli abiti sfarzosi delle loro signore sono pure oggetti di lusso, vi è anche una certa quantità di tela, di cotone e di lana, di cui il produttore non può fare a meno per poter produrre. Il camiciotto e le scarpe dell'operaio, senza delle quali egli sarebbe imbarazzato per recarsi al suo lavoro; la giacca che indosserà, quando la sua giornata è finita; il suo berretto gli sono necessari non meno del martello e dell'incudine.
      Che lo si voglia o non lo si voglia, è così che il popolo intende la rivoluzione. Quando si sarà sbarazzato del governo, cercherà prima di tutto di assicurarsi un'abitazione salubre, un nutrimento sufficiente e degli abiti senza pagare imposte.
      Il popolo avrà ragione. La sua maniera di agire sarà molto più conforme alla «scienza» che non il modo di vedere degli economisti, i quali fanno tante distinzioni sottili fra lo strumento di produzione e l'oggetto di consumo. Il popolo comprenderà che la rivoluzione deve cominciare precisamente da questo, e getterà le fondamenta della sola scienza economica che possa veramente meritare il titolo di scienza, e che si potrebbe qualificare: «studio dei bisogni dell'umanità, e dei mezzi economici per soddisfarli».
     
     
      LE DERRATE
     
      I.
     
      Se la prossima rivoluzione deve essere una rivoluzione sociale, essa si distinguerà dalle precedenti sommosse, non solo per il suo scopo, ma anche per il suo modo di procedere. Uno scopo nuovo richiede anche motivi nuovi.
      I tre grandi movimenti popolari che noi abbiamo visto svolgersi in Francia da un secolo in qua, si distinsero tra loro per molti rapporti.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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