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      Nè le misure più rigorose dei Convenzionali, per«forzare» gl'incettatori a vendere il loro grano, nè le condanne di morte e le esecuzioni ebbero ragione di questa specie di incetta. Eppure si sa che i commissari della Convenzione non esitavano a ghigliottinare gl'incettatori, nè il popolo aveva riguardo d'impiccarli ai lampioni delle strade. Malgrado ciò, il grano rimaneva nei magazzini, e il popolo delle città soffriva per la carestia.
      Ma che cosa si offriva ai lavoratori delle campagne in cambio dei loro penosi lavori?
      - Si offrivano «assegnati»! Degli stracci di carta gualcita, il cui valore ribassava di giorno in giorno; biglietti che portavano stampato in grossi caratteri «cinquecento lire», e non avevano invece alcun valore reale.
      Con un biglietto da mille lire non si poteva comprare nemmeno un paio di stivali; e il contadino - lo si capisce facilmente - non aveva alcuna voglia di scambiare un anno di fatica per un pezzo di carta, che non gli avrebbe permesso nemmeno di comprarsi un camiciotto.
      E finchè si offrirà all'agricoltore un pezzo di carta senza valore, - lo si chiami «assegnato» o «buono di lavoro» - le cose anderanno sempre ad un modo. Le derrate resteranno alla campagna; e la città ne mancherà, dovesse per questo ricorrere di nuovo alla ghigliottina e agli annegamenti.
      Ciò che si deve offrire al contadino non è la carta, ma le mercanzie di cui ha immediato bisogno. È la macchina, di cui ora si priva, a malincuore; sono i vestiti, che lo garantiscono dalle intemperie.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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