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      Vi sono nelle nostre società alcuni individui che nessun grande avvenimento potrà rimuovere dalle loro abitudini egoistiche. Ma la questione non è quella di sapere se si verificheranno ingiustizie, o se non ne accadranno punto. Si tratta di sapere in qual modo potrà limitarsene il numero.
      Ebbene, tutta la storia, tutta l'esperienza dell'umanità, nonchè la psicologia delle società, ci ammaestrano, dicendoci che il mezzo più equo è quello di affidar la cosa agl'interessati stessi. Del resto, potranno da soli prendere in considerazione e regolare i mille particolari che sfuggono necessariamente ad ogni ripartizione burocratica.
     
     
      III.
     
      D'altronde non si tratterebbe punto di fare ripartizione assolutamente uguale degli alloggi; ma gli inconvenienti che alcune famiglie dovrebbero ancora subìre, sarebbero agevolmente riparati in una società in via di espropriazione.
      Purchè i muratori, gli scalpellini, - gli operai delle costruzioni, in una parola, - sappiano di aver la loro esistenza assicurata, non domanderanno di meglio che di riprendere, per alcune ore al giorno, il lavoro al quale sono abituati. Essi disporranno in modo più rispondente ai bisogni i grandi appartamenti, pei quali occorreva uno stato maggiore di domestici. E in pochi mesi sorgeranno delle case, molto più salubri che non quelle dei nostri giorni. E a coloro che non saranno abbastanza bene alloggiati, il Comune anarchico potrà dire:
      «Abbiate pazienza, compagni! Sul suolo della città libera si stanno edificando palagi salubri, confortevoli e belli, superiori in tutto a quelli che fabbricavano i capitalisti.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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