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      Rimangono ancora centocinquanta giornate di lavoro, di cui uno potrebbe servirsi per le altre necessitą della vita: vino, zucchero, caffč o thč, mobili, trasporti, ecc., ecc.
      Evidentemente questi calcoli sono approssimativi, ma possono venir confermati in un altro modo.
      Quando noi contiamo, nelle nazioni civilizzate, coloro che non producono nulla, coloro che lavorano in industrie nocive, e son condannati a sparire, coloro infine che servono da intermediari inutili, noi constatiamo che in ogni nazione il numero dei produttori propriamente detti potrebb'essere raddoppiato. E se, invece di dieci persone, venti fossero occupate alla produzione del necessario, e se la societą si occupasse maggiormente di economizzare le forze umane, queste venti persone non avrebbero che da lavorare soltanto cinque ore al giorno, senza che la produzione diminuisse(19).
      E basterebbe ridurre lo sciupģo delle forze umane al servizio dei ricchi, o quell'amministrazione che conta un funzionario per ogni dieci abitanti, e di utilizzare queste a aumentare la produttivitą della nazione, per limitare a quattro ed anche a tre le ore di lavoro, alla condizione, s'intende, di contentarsi della produzione attuale.
      Ecco perchč, basandoci sulle considerazioni che abbiamo insieme studiato, noi possiamo dedurre la conclusione seguente:
      Supponete una societą la quale comprenda parecchi milioni di abitanti occupati nell'agricoltura e in una grande varietą d'industrie, Parigi, per esempio, con il circondario di Senna e Oise.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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