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      E così voi sopprimete ogni possibilità di procurarsi ogni altra cosa, all'infuori del pane e della carne che il Comune può offrire a tutti, e della tela grigia colla quale rivestirete tutte le vostre cittadine».
      Ecco l'obbiezione che si muove a tutti i sistemi comunisti - obbiezione che i fondatori delle giovani società che s'impiantavano nei deserti americani non hanno mai saputo comprendere. Essi credevano che se la comunità può procurarsi abbastanza stoffa da vestire tutti i soci, una sala di concerti in cui i «fratelli» possano strimpellare un pezzo di musica, rappresentare di tanto in tanto una commedia, tutto è detto. Essi dimenticavano che il senso artistico esiste tanto nell'agricoltore come nel borghese, e che se le forme del sentimento variano secondo la differenza di coltura, il fondo ne è sempre il medesimo. E la comunità ha un bel garantire la zuppa e il vino; ha un bel sopprimere nell'educazione tutto ciò che può sviluppare l'individualità; ha un bel imporre la Bibbia per unica lettura; i gusti individuali si sprigionano col malcontento generale: le piccole discordie scoppiano sulla questione di acquistare un piano o degli strumenti di fisica; e gli elementi di progresso si inaridiscono: la società non può vivere che alla condizione di soffocare ogni sentimento individuale, ogni tendenza artistica, ogni sviluppo.
      Il Comune anarchico sarà trascinato sulla stessa strada?
      - No, evidentemente! Purchè esso comprenda e procuri di soddisfare tutte le manifestazioni dello spirito umano, nello stesso tempo che assicura la produzione di tutto ciò che è necessario per la vita materiale.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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