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      Finchè lo scrittore sarà abituato a considerare il camiciotto dell'operaio e il lavoro manuale come un indice di inferiorità, gli parrà stupefacente di vedere l'autore stesso comporre il suo libro in caratteri di piombo. Non vi è forse la sala di ginnastica o il giuoco del domino per ricrearsi? Ma quando l'avvilimento che ora si connette col lavoro manuale sarà scomparso; quando tutti saranno costretti ad impiegare le loro braccia, non trovando più altri su cui sgravarsi dei lavori manuali da compiere, oh, allora gli scrittori, nonchè i loro ammiratori ed ammiratrici, impareranno presto l'arte di maneggiare il compositoio o l'apparecchio dei caratteri; conosceranno la gioia di venir tutti insieme - tutti tenendo in pregio l'opera che si stampa - a comporla e a vederla sortire, bella della sua purezza verginale, dalla macchina rotativa. Queste superbe macchine - strumento di tortura per il fanciullo che le serve da mane a sera - diventeranno una fonte di godimenti per coloro che le impiegheranno per dar voce al pensiero del loro autore favorito.
      Vi perderà forse qualcosa la letteratura? Il poeta sarà forse meno poeta dopo aver lavorato nei campi, o collaborato colle sue mani a moltiplicar l'opera sua? Il romanziere perderà forse la cognizione ch'egli possiede del cuore umano, dopo aver rasentato altri uomini nell'officina, nella foresta, tracciando una strada, o nel laboratorio? Enunciar tali questioni, è rispondervi implicitamente.
      Certi libri saran forse meno voluminosi; ma si stamperanno meno pagine per dire di più. Forse si pubblicheranno meno volumi; ma ciò che si stamperà, verrà meglio letto, meglio apprezzato.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282