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      Imperatori e regine prodigano il loro patronato ai comitati nazionali. Ma non è a questo patrocinio che devesi il successo dell'organizzazione; bensì ai mille comitati locali di ogni nazione, all'attività degli individui, all'abnegazione di tutti coloro che cercano di sollevare le vittime della guerra. E quest'abnegazione sarebbe ancor più grande, se gli Stati non se ne immischiassero punto!
      In ogni caso, non è in seguito agli ordini di un Comitato direttore internazionale che gli Inglesi e Giapponesi, Svedesi e Cinesi si son dati premura d'inviare i loro soccorsi ai feriti del 1871. Non è in seguito agli ordini di un ministero internazionale che gli ospedali sorgevano sul territorio invaso, e le ambulanze si avanzavano fin sul campo di battaglia, bensì per l'iniziativa dei volontari di ogni paese. Una volta sul luogo, essi non si sono accapigliati come pretendevano i giacobini, ma si son messi tutti all'opera senza distinzione di nazionalità.
      Noi possiamo deplorare che così grandi sforzi siano messi al servizio di una così cattiva causa, e domandarci come il fanciullo del poeta: «Perchè li si ferisce, se dopo li si cura?». Cercando di demolire la forza del Capitale e il potere dei borghesi, noi lavoriamo anche a por fine ai massacri, ed ameremo meglio vedere i volontari della Croce Rossa a spiegare la loro attività, per arrivare con noi a sopprimere la guerra.
      Ma noi dobbiamo menzionare quest'immensa organizzazione come una prova di più dei risultati fecondi prodotti dal libero accordo e dalla libera assistenza.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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