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      Lo si riconosce al primo colpo d'occhio, e lo si accetta sempre, salvo a disfarsi domani di un operaio attempato e meno attivo». E quegli che viene licenziato, coloro che lo saranno domani, vanno ad ingrossare le file di quell'immenso esercito del capitale - gli operai disoccupati - che si chiamano ai telai e ai banchi solo nei momenti di fretta, per vincere la resistenza degli scioperanti. Oppure questo rifiuto delle migliori officine, questo lavoratore medio, va a raggiungere l'esercito non meno formidabile degli operai attempati o mediocri, che circola continuamente per le officine secondarie, quelle che rientrano appena nelle loro spese e tirano innanzi per mezzo di espedienti ed inganni tesi al compratore, e sovratutto al consumatore dei paesi lontani.
      E se voi parlate al lavoratore stesso, apprenderete che la regola dei laboratori è che l'operaio non faccia mai tutto ciò di cui è capace. Guai a colui che, in un'officina inglese, non seguisse questo consiglio, che alla sua entrata riceve dai compagni!
      Imperocchè i lavoratori sanno che se, in un momento di generosità, cedono alle istanze di un padrone ed acconsentono a rendere intensivo il lavoro per ultimare commissioni urgenti, questo lavoro nervoso sarà d'ora innanzi richiesto come regola nella scala dei salari. Così, in nove officine su dieci, preferiscono non produrre mai quanto potrebbero.
      In certe industrie si limita la produzione per mantenere i prezzi elevati, e talvolta si fa circolare la parola d'ordine «Co-canny», che significa: «A cattiva paga, cattivo lavoro».


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282