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      O non piuttosto è anche l'opera di quegli uomini che hanno costruita la via ferrata che conduce alla miniera e le strade che diramansi da tutte le sue stazioni? O non è anche l'opera di coloro che hanno lavorato e seminato i campi, estratto il ferro, tagliata la legna nella foresta, fabbricate le macchine che bruceranno il carbone, e così di seguito?
      Nessuna distinzione può essere fatta fra le opere di alcuno. Il volerle misurare dai loro risultati ci condurrebbe all'assurdo. Così pure il volerle frazionare ed apprezzare secondo le ore di lavoro. Non rimane che una cosa: collocare i «bisogni» al disopra delle «opere», e riconoscere dapprima il diritto alla vita - poi all'agiatezza - per tutti coloro che prenderanno una certa parte nella produzione.
      Ma prendete ogni altro ramo dell'attività umana, prendete l'insieme delle manifestazioni dell'esistenza; chi di noi può reclamare un compenso maggiore per l'opera sua? Forse il medico che ha indovinato la malattia, o l'infermiera che ha assicurata la guarigione colle sue cure igieniche?
      Forse l'inventore della prima macchina a vapore o il ragazzo che stanco un giorno di tirar la corda che serviva un tempo ad aprire la valvola per far entrare il vapore sotto lo stantuffo, attaccò questa corda al perno della macchina e andò a giuocare coi suoi compagni, senza dubitare ch'egli aveva inventato così il meccanismo essenziale di ogni macchina moderna - la valvola automatica?
      Forse l'inventore della locomotiva, o quell'operaio di Newcastle, che suggerì di sostituire con traverse di legno le pietre che si collocavan prima sotto i binari e facevano uscir dalle rotaie i treni, per mancanza di elasticità? È forse il macchinista sulla locomotiva? o l'uomo che, coi suoi segnali, ferma i treni? o l'addetto agli scambi che loro schiude o preclude la via?


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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