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      IL DECENTRAMENTO DELLE INDUSTRIE
     
      I.
     
      In seguito alle guerre napoleoniche, l'Inghilterra era quasi riuscita a rovinare la grande industria allora nascente in Francia, in sulla fine del secolo passato. Senza seri concorrenti essa rimaneva padrona dei mari. Di questo approfittò per costituirsi un monopolio industriale, e, coll'imporre alle nazioni vicine i suoi prezzi per le mercanzie ch'essa sola poteva fabbricare, ammucchiò ricchezze su ricchezze, e seppe ricavare grandissima utilità da questa situazione privilegiata e tutti i vantaggi da essa derivanti.
      Ma quando la Rivoluzione borghese del secolo scorso ebbe abolito il servaggio, e creato in Francia un proletariato, la grande industria, il cui progresso era stato per un momento arrestato, riprese un nuovo slancio, e dalla seconda metà del nostro secolo, la Francia cessò di essere tributaria dell'Inghilterra per i prodotti delle manifatture. Oggi essa è diventata un paese di esportazione, vende all'estero per più di un miliardo e mezzo di prodotti delle sue manifatture, e i due terzi di quelle mercanzie sono stoffe. Si calcola che quasi tre milioni di francesi lavorino per l'esportazione, o vivano del commercio esterno.
      In tal modo la Francia non è più tributaria dell'Inghilterra. A sua volta, essa ha cercato di monopolizzare alcuni rami del commercio esterno, quali le seterie e le confezioni, ritraendone benefici immensi; però essa sta per perdere per sempre questo monopolio, come l'Inghilterra sta per perdere per sempre quello delle cotonine e anche dei filati di cotone.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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