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      E questo non è tutto: risulta da rapporti serissimi che fra dieci anni l'India non avrà più bisogno di comprare dall'Inghilterra una sola tonnellata di ferro. Si sono superate le prime difficoltà per poter far uso del carbon fossile e del ferro delle Indie; ed ora grandi officine, rivali delle fabbriche inglesi, sorgono già sulle coste dell'Oceano Indiano.
      Ecco dunque il fenomeno determinante dell'economia del secolo decimonono: la colonia che fa concorrenza alla madre patria «per mezzo dei suoi prodotti manifatturati».
      E perchè non dovrebbe farlo? Che cosa le mancherebbe? - Il capitale, forse? - Ma il capitale si ramifica dovunque sianvi miserabili da sfruttare. - La scienza? Ma dessa non conosce le barriere nazionali. - Le cognizioni tecniche dell'operaio? Ma sarebbe forse l'operaio indiano inferiore a quei 92.000 ragazzi e fanciulli di men che quindici anni, che in questo momento lavorano nelle manifatture tessili dell'Inghilterra?
     
     
      II.
     
      Dopo di aver gettato un colpo d'occhio sulle industrie nazionali, sarebbe interessantissimo di ripetere lo stesso esame per le industrie speciali. Prendiamo, per es., la seta, prodotto eminentemente francese nella prima metà di questo secolo. Niuno ignora come Lione sia divenuto il centro dell'industria delle sete, da prima fornite dal mezzogiorno della Francia, ed importate quindi dall'Italia, dalla Spagna, dall'Austria, dal Caucaso, dal Giappone, per farne seterie. Su cinque milioni di chilogrammi di sete grezze trasformate in istoffe nella regione lionese, nel 1875, non ve ne erano che 400.000 chili di seta francese.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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