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      Tale risultato si ottiene mediante una rilevante economia di mano d'opera. Su quelle vaste pianure dove l'occhio si perde, aratura, raccolto e battitura sono organizzati quasi militarmente; nessun inutile andirivieni, niuna perdita di tempo; tutto si compie coll'esattezza di una parata.
      Questo forma la grande coltivazione, la coltivazione estensiva, quella che occupa il suolo quale esce dalle mani della natura, senza curarsi di migliorarlo. Quando sarà esaurito, lo si abbandonerà e si cercherà altrove un'altra plaga vergine per sfruttarla alla sua volta.
      V'ha pure però la coltivazione intensiva, cui le macchine vengono e verranno sempre più in aiuto; essa mira sovratutto a ben coltivare uno spazio limitato, a concimarlo, ad emendarlo, a concentrare il lavoro ed ottenere la maggior rendita possibile. Questo modo di coltivazione s'allarga ogni anno, e mentre nel mezzodì della Francia, e sui fertili terreni dell'Ovest-Americano, si va lieti d'un raccolto medio di 10 a 12 ettolitri nella grande coltivazione, si raccolgono regolarmente 36 anche 50 e talvolta 56 ettolitri nel Nord della Francia. Così è che il consumo annuo di un uomo si ottiene sulla superficie di un dodicesimo di ettaro.
      E più si dà intensità alla coltivazione, «meno» si spende lavoro per ottenere l'ettolitro di frumento.
      La macchina sostituisce l'uomo nei lavori preparatori, e si fa, una volta per sempre, tale miglioria del suolo, quale in lavori di prosciugamento o di adattamento di terreni sassosi, che ogni raccolto successivo sarà raddoppiato.


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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna
1948 pagine 282

   





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