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      Rimando il lettore a quelle opere che, come quelle del Palante, possono offrire elementi di critica ai criteri basilari della presente opera. Anche qui bastino alcuni cenni.
      La concezione istintivista della vita morale à avuto tali formidabili sostenitori e tali conferme di osservazione e di esperienza che non sono da tenere in gran conto le critiche che a questo libro muovono taluni, in nome della filosofia modernissima. Vero è che il Kropotkin non tiene sempre conto delle linee di confine, del resto incerte e tenui, tra l'azione riflessa e quella volontaria, tra l'istinto e il sentimento, e tra l'istinto e la ragione. Ma questi errori sono propri della psicologia evoluzionista, che vede nella vita vegetativa, in quella istintiva e in quella intellettuale tre gradi successivi di una medesima tendenza. Chi, come il Bergson23 vede in quei gradi tre divergenti direzioni di un'attività che si è divisa, progredendo, non può accettare l'architettura ideologica di questo libro. Così non può accettarla chi, come il Pellacani,24 nega l'istintività nella condotta umana, o chi nega l'intelligenza negli animali.25 Ma anche ammesso che fra l'uomo e gli altri animali vi sia un abisso di caratteri differenziali, la tesi principale del libro non viene ad essere intaccata. Poichè l'osservazione che l'istinto della solidarietà sia, come dice Tacito, apud minores magis, non colpisce il concetto evoluzionista che il Nostro à della solidarietà. È giusta l'osservazione del Bakunin: «Nelle formiche, nelle api predomina la virtù perchè l'istinto sociale sembra schiacciare assolutamente in esse l'istinto individuale.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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