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      I vertebrati più elevati e particolarmente gli uomini sono prova di quest'asserzione. Quanto all'intelligenza, se tutti i darwinisti sono d'accordo con Darwin nel pensare che è l'arma più possente nella lotta per la vita ed il fattore più potente di progressiva evoluzione, essi ammetteranno pure che l'intelligenza è una qualità eminentemente sociale. Il linguaggio, l'imitazione e le esperienze accumulate sono altrettanti elementi di progresso intellettuale del quale l'animale insocievole è privo. Così noi troviamo alla testa delle differenti classi d'animali le formiche, i pappagalli, le scimmie, che uniscono tutti la maggiore socievolezza al più alto grado di svolgimento dell'intelligenza. I meglio dotati per la vita sono dunque gli animali più socievoli, e la socievolezza appare come uno dei principali fattori dell'evoluzione, sia direttamente, assicurando il benessere della specie, e diminuendo nel contempo l'inutile dispendio di energia, sia indirettamente, favorendo lo sviluppo dell'intelligenza.
      Si aggiunga, essere evidente che la vita in società sarebbe assolutamente impossibile senza un corrispondente incremento dei sentimenti sociali, e particolarmente di un certo senso di giustizia collettiva tendente a diventare una abitudine. Se ciascun individuo abusasse costantemente dei suoi personali vantaggi, senza che gli altri intervenissero in favore di chi ne vien leso, nessuna vita sociale sarebbe possibile. Sentimenti di giustizia si sviluppano quindi, più o meno, presso tutti gli animali che vivono a gruppi.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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