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      Centinaia di «carte» nelle quali le città proclamavano la loro indipendenza ci sono pervenute, ed in tutte, nonostante la infinita varietà dei particolari, che dipendono dalla emancipazione più o meno completa, si ritrova la stessa idea dominante. La città s'organizzava in una federazione di piccoli comuni rurali e di gilde.240
      La stessa onda di emancipazione si sparse nel XII secolo attraverso tutto il continente, trascinando insieme le più ricche città e i più poveri villaggi. E se possiamo dire che in generale le città italiane furono le prime a liberarsi, non possiamo designare nessun centro dal quale il movimento ebbe origine. Spesso un piccolo borgo dell'Europa centrale prendeva l'iniziativa per la sua regione, e le grandi agglomerazioni accettavano la carta della piccola città come modello per la loro. Così la carta di una piccola città, Lorris, fu adottata da ottantatre città nel sud-ovest della Francia; quella di Beaumont diventò il modello di più di cinquecento paesi e città nel Belgio e nella Francia. Dei deputati speciali erano inviati dalle città ai loro vicini per ottenere una copia del loro statuto, e la costituzione del comune era stabilita sopra questo modello. Tuttavia non si copiavano semplicemente gli uni con gli altri: essi regolavano le proprie «carte» secondo le concessioni che avevano ottenuto dai loro signori; ed il risultato era che le «carte» dei comuni del Medioevo, come lo fa rilevare uno storico, offrono la stessa varietà dell'architettura gotica delle chiese e delle cattedrali.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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