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      I risultati di questo nuovo progresso dell'umanità nella città del Medioevo furono immensi. Al principio del secolo XI le città d'Europa erano piccoli gruppi di capanne miserabili, ornati solamente di chiese basse e tozze delle quali il costruttore sapeva appena come fare la volta; le arti - non vi erano altro che tessitori e fabbri-ferrai - erano nella infanzia; il sapere non si trovava che in qualche raro monastero. Trecentocinquant'anni più tardi la faccia d'Europa era mutata. Il territorio era sparso di ricche città, circondate da spesse mura, ornate di torri e di porte, delle quali ciascuna era un'opera d'arte. Le cattedrali, d'uno stile pieno di grandezza e decorate con abbondanza, inalzavano verso il cielo i loro campanili d'una purezza di forma e d'un ardire di immaginazione che noi ci sforzeremmo inutilmente di raggiungere oggi. Le arti ed i mestieri avevano raggiunto un grado di perfezione in molte manifestazioni che non possiamo vantarci di aver superate, se stimiamo l'abilità inventiva dell'operaio e la perfezione del suo lavoro, più che la rapidità nella esecuzione. Le navi delle città libere solcavano in tutte le direzioni i mari interni d'Europa; uno sforzo di più ed andranno attraverso gli oceani. Su grandi spazi di territorio il benessere aveva sostituito la miseria; il sapere erasi sviluppato, diffuso. I metodi scientifici s'elaboravano, le basi della fisica erano state poste, e le vie erano aperte per tutte le invenzioni meccaniche delle quali il nostro secolo è così orgoglioso.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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