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      Le specie non socievoli, al contrario, sono destinate a perire.
      Passando poi all'uomo, l'abbiamo veduto vivente in clans o in tribù all'alba stessa dell'età della pietra; abbiamo segnalato un grande numero di istituzioni sociali sviluppate già durante lo stato selvaggio primitivo, nel clan e nella tribù; ed abbiamo constatato che i più antichi costumi ed abitudini, nati in seno alle tribù, dettero all'uman genere l'embrione di tutte le istituzioni che determinarono più tardi le linee principali del progresso. È dalla tribù selvaggia che il comune rurale dei barbari pervenne a svilupparsi; ed un nuovo ciclo più largo del precedente, di costumi, d'abitudini e d'istituzioni sociali, di cui un gran numero persistono ancora, si formò prendendo per base il principio della proprietà in comune d'un dato territorio e la sua difesa in comune, sotto la giurisdizione dell'assemblea del villaggio, ed avendo per centro la federazione dei villaggi che discendevano da uno stesso ceppo od erano supposti tali. E quando nuovi bisogni spinsero gli uomini a fare un nuovo passo avanti, lo fecero costituendo le città, che rappresentavano una doppia rete di unità territoriali (comuni rurali), combinati con le corporazioni, queste ultime essendo formate per esercitare in comune un'arte od un'industria qualsiasi, o per il soccorso e la difesa scambievoli.
      Infine, nei due ultimi capitoli, sono stati citati fatti dimostranti che quantunque lo sviluppo dello Stato sul modello di Roma imperiale abbia violentemente posto fine a tutte le istituzioni di mutuo appoggio del Medioevo, questo nuovo aspetto della civiltà non à potuto durare.


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Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





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