Pagina (316/350)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma ogni volta che un ritorno a quell'antico principio fu tentato, l'idea fondamentale andava allargandosi. Dal clan, l'aiuto reciproco si estese alle tribù, alla federazione delle tribù, alla nazione, e in fine - almeno come ideale - all'intero uman genere. Nello stesso tempo il principio si perfezionava. Nel buddismo primitivo, presso i primi cristiani, negli scritti di qualcuno dei dottori musulmani, nei primi tempi della Riforma, e particolarmente nelle tendenze morali e filosofiche del XVIII secolo e della nostra propria epoca, il completo abbandono dell'idea di vendetta, o di «giusta retribuzione» - del bene per il bene e del male per il male - è affermata sempre più vigorosamente. La concezione più alta che ci dice: «nessuna vendetta per le ingiurie» e che ci consiglia di dare più che non ci si aspetti di ricevere dai nostri simili, è proclamata come il vero principio della morale: principio superiore alla semplice nozione di equivalenza, d'equità e di giustizia, e conducente a maggiore felicità. È fatto all'uomo un appello di guidarsi, non solamente per l'amore, che è sempre personale o s'estende tutto al più alla tribù, ma per la coscienza di essere tutt'uno con tutti gli esseri umani. Nella pratica del mutuo appoggio, che risale ai più lontani principî dell'evoluzione, troviamo così la sorgente positiva e sicura delle nostre concezioni etiche; e possiamo affermare che nel progresso morale dell'uomo, il grande fattore fu il mutuo appoggio e non la lotta. Anche ai giorni nostri, è in una più larga estensione di esso che vediamo la migliore garanzia di una più alta evoluzione della nostra specie.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mutuo appoggio fattore dell'evoluzione
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria Internazionale di Avanguardia Bologna
1950 pagine 350

   





Riforma