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      IL nome di Stefano della BOETIE, consigliere del Parlamento di Bordò, che cessò di vivere in età di 32 anni nel 1563, sarebbe rimasto sepolto nella notte de' tempi, se l'amicizia del celebre Mr MONTAIGNE non avesse consecrata all'immortalità la memoria di lui. Questo incomparabile scrittore, che, a sentimento di Baile, avrà degli ammiratori fino che il mondo avrà conoscitori, non solamente rilevò il merito della Boetie ne'suoi Saggi ed in varie lettere, in cui lo caratterizza pel più grand'uomo del suo secolo; ma essendo stato erede della di lui libreria pubblicò colle stampe i di lui scritti. Tra questi il suo Authenoticon, ossia il discorso sulla schiavitù volontaria è il più interessante per l'umanità, e quello che, per le utili verità, che mette nella più chiara luce, avrebbe dovuto passare alla posterità come un codice di publica, e privata educazione. Ma tal'è l'impero ferreo della tirannia, e tanto è vero, che tra' i ceppi si perde fin'anche il sentimento della libertà, che quest'operetta era quasi generalmente ignorata. Il nostro Cittadino Rappresentante Cesare Paribelli, la prima delle vittime della nostra tirannia, appena n'ebbe notizia volle farne un dono all'Italia, trasportandola nel nostro idioma, e questo dono è tanto più grande quanto il linguaggio in cui scrisse Montaigne, e la Boetie riesce incommodo, e poco intelligibile anche ai più versati nella lingua francese. Questo bravo cittadino, mentre occupavasi in una delle nostre Bastiglie di questa traduzione, perchè fin da gran tempo era egli sicuro di dovere in questo suolo felicemente allignare l'albero salutare della libertà, e volea promuoverne i progressi, meditava prima di darla alla luce, corredarla di note istruttive, e interessanti; ma le gravi cure del governo della nostra Republica avendogli impedito quest'utile lavoro, si è compiaciuto egli di permettere ad un cittadino, il quale ha avuto il piacere di aver per lui quei sentimenti stessi, che avea MONTAIGNE per la BOETIE, che ne desse alla luce la sola traduzione, per non rimanerne il publico defraudato nel maggior uopo.


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Discorso di Stefano della Boetie della schiavitù volontaria o il Contra uno
Etienne de la Boetie
di
1799, pagine 55

   





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