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      Essi fidavansi bene della di lui buona volontà, ma non erano sicuri del di lui coraggio. Pur tutta volta chi vorrà trascorrere i fatti de' passati tempi, e gli annali dell'antichità, pochi vi troverà, o nessuno di coloro, che veggendo la patria loro malmenata, ed in pessime mani, abbiano con buona intenzione intrapresa di liberarnela, e non ne sieno venuti a capo: essendosi la libertà fatto largo, e sostenuta da per se stessa per farsi riconoscere. Ermodio, Aristogitone, Trasibulo, Bruto Seniore, Valerio, e Dione per esservisi accinti virtuosamente, l'eseguirono felicemente. Ed in simili casi quasi mai al buon volere vien meno la fortuna. Cassio, e Bruto il giovine riuscirono molto avventurosamente a togliere la schiavitù, ma riconducendo la libertà perirono non già miseramente, avvegnacchè qual vergogna sarebbe ella di dire che stato vi fosse qualche cosa di miserabile in costoro nella lor vita, o nella lor morte? Ma certamente che la lor morte fu l'ultimo danno, la perpetua sciagura, e la totale ruina della Republica, la quale hon v'ha dubbio a creder mio, che non sia stata con esso loro sepolta. Gli altri tentativi, che sono stati fatti di poi contro gli altri imperatori, non furono se non congiure di ambiziosi, che non sono da compiangersi per le disgrazie, che ne sono loro provenute: poich'egli è chiaro, ch'eglino desideravano non già di togliere, ma di minare la corona, volendo scacciare, il tiranno, per ritener essi la tirannide. Io non avrei nemmeno bramato, che a costoro fosse venuta buona, e mi compiaccio ch'essi abbiano servito d'esempio, che non deesi abusare del santo nome della libertà per eseguire cattivi disegni.


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Discorso di Stefano della Boetie della schiavitù volontaria o il Contra uno
Etienne de la Boetie
di
1799 pagine 55

   





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