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      Di qui un curioso metodo di polemica, cioè una specie di processo alle intenzioni dell'autore; cioè il tentativo di dare a credere, che quella scienza fosse stata, come a dire, escogitata per colorire delle tendenze: insomma, per molti anni, la polemica tendenziosa sostituita all'analisi obiettiva(7).
      Ma il peggio gli è, che gli effetti di cotesta critica grossolanamente errata si fecero sentire proprio nelle menti dei socialisti, e specie in quelle della gioventù intellettuale, che fra il '70 e l'80 si volse alla causa del proletariato. Molti dei focosi rinnovatori del mondo di quel tempo lì,
      - e in Germania la cosa è più chiara, perché ha lasciato tracce di sé nelle polemiche del partito, e nella minuta letteratura - si misero su la via di proclamarsi seguaci delle teorie marxiste, pigliando proprio per moneta contante il marxismo più o meno inventato dagli avversarii. Il caso più paradossale di tutta la equivocazione sta in questo: che i correnti alle facili illazioni, come capita anche ora ai novellini, mescolando allora cose vecchie a cose nuove, credessero, che la teoria del valore e del sopravvalore, come si presenta di solito semplicizzata in facili esposizioni, contenga hic et nunc il canone pratico, la forza impulsiva, anzi la morale e la giuridica legittimità di tutte le rivendicazioni proletarie. Non è forse una grande ingiustizia, che milioni e milioni di uomini sian privati del frutto del loro lavoro? L'enunciato è tanto semplice e tanto pietoso, che tutte le nuove bastiglie dovranno cadere d'un tratto innanzi alle nuove trombe di Gerico, scientificamente intonate!


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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