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      Concorrevano in cotesta così spiccia semplificazione molti degli errori teorici di Lassalle; così quelli che gli furon proprii per relativa inscienza (- la legge ferrea del salario! ossia una mezza verità relativa che diventa un totale errore, per manco di circostanziata specificazione -), come quelli che possono dirsi, nel caso suo, espedienti da agitatore (- le famose cooperative sussidiate dallo stato -). Del resto, per chi si metta su la via di confinare tutta la profession di fede del socialismo nella semplicissima illazione, dallo sfruttamento riconosciuto, alla rivendicazione, sicura solo perché legittima, degli sfruttati, non ha che a fare un passo sul terreno assai liscio della logichetta, per ridurre tutta la storia del genere umano ad un caro di coscienza, e lo svolgersi successivo di tante forme di vita sociale come a tante variazioni di un continuato errore di contabilità.
      Fra il '70 e l'80, e poco dopo, insomma, si andò formando intorno al vago concetto di un certo che, ossia del socialismo scientifico, una specie di neoutopismo, che, come i frutti fuor di stagione, fu veramente insipido. E che altro è l'utopismo, cui manchi il genio di Fourier e l'eloquenza di Considérant, se non cosa da ridere? Di questo neoutopismo, che rifiorisce di tanto in tanto anche al presente, se ne sa non poco in Francia: se non altro per le lotte sostenute con altre sette e scuole da quei valorosi dei nostri amici, che nel programma del partito operaio rivoluzionario intesero e seppero pei primi condurre il socialismo su la linea della cosciente lotta di classe, e della progressiva conquista del potere politico da parte del proletariato.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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