Pagina (48/183)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma era pur lì la grande industria inglese con tutte le miserie che l'accompagnavano, e col contraccolpo ideologico di Owen, e con quello pratico dell'agitazione cartista. Ma eran pur lì le scuole del socialismo francese, e la tradizione rivoluzionaria dell'Occidente, che si derivava già nelle forme del comunismo d'indole modernamente proletaria. Che cos'è il Capitale, se non la critica di quella economia, che, come rivoluzione pratica e come rappresentazione teorica di questa stessa rivoluzione, era venuta a piena maturità nella sola Inghilterra, fin verso il '60, e in Germania cominciava appena? Che cosa è il Manifesto dei Comunisti, se non la chiusa e la esplicazione del socialismo, o latente, o palese nei movimenti operai di Francia e d'Inghilterra? Ma tutte queste cose furono continuate e portate a compimento di critica, la filosofia di Hegel non esclusa, con quella critica immanente, che è la dialettica con le sue inversioni; ossia, per via di quel negare, che non è contenziosa e avvocatesca contrapposizione di concetto a concetto, di opinione ad opinione, ma che invece invera ciò che nega, perché in ciò che nega e supera, trova o la condizione (di fatto), o la premessa (concettuale) del procedere stesso(13).
      Francia e Inghilterra possono ripigliare, senza parere che compiano un atto di mera imitazione, la loro parte nella elaborazione del materialismo storico. Perché i francesi non avrebbero oramai da scrivere dei libri veramente critici su Fourier e Saint-Simon, in quanto furono, e nella misura in cui furono, veri precursori del socialismo contemporaneo?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





Owen Occidente Capitale Inghilterra Germania Manifesto Comunisti Francia Inghilterra Hegel Inghilterra Fourier Saint-Simon