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      I socialisti avrebbero tutte le ragioni di credere, che quel fatto sintomatico sia uno degli indizi della decadenza della borghesia. Fa, certo, un malinconico contrasto con la eroica securtà del vero, che assiste il pensiero nei prodromi della storia moderna (Bruno e Spinoza!), con l'asseveranza da Convenzionali, che fu propria dei pensatori del secolo passato fino a venir poi giù giù alla filosofia classica di Germania, ed anche con la precisione dei metodi esplorativi, i quali hanno ai tempi nostri allargato di tanto il dominio del pensiero su la natura. Ha l'aria della paurosa rassegnazione. Manca del carattere essenziale ad ogni filosofia, secondo Hegel, ossia del coraggio della verità. Un qualcuno di quei marxisti, che inducono così senz'altro, a bruciapelo, dalle condizioni economiche ai riflessi ideologici, come chi issofatto traducesse i segni stenografici, potrebbe quasi dire, che cotesto Inconoscibile, tanto celebrato da una vasta setta di quietisti della ragione, è segno già che lo spirito dell'epoca borghese non è più atto a guardare perspicuamente nell'ordinamento del mondo, perché il capitalismo, dal quale esso toglie l'orientazione, è già in se fradicio; e, per ciò, molti, nell'istintiva coscienza della prossima rovina, si dànno ad una specie di religione dell'imbecillità. Simile asserto potrebbe sembrare per fino ingegnosamente bello, pur rimanendo non dimostrabile: sebbene poi rassomigli a molte delle sciocchezze, che furon dette da tanti in nome dell'interpretazione economica della storia(18).


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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