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      Ciò che mantenne la coesione degli umili furon principalmente, come sono in parte tuttora, i beneficii dell'elemosina, dell'assistenza dei malati, dei derelitti, degli orfani, delle vedove e così via, della ordinata e metodica gestione dei campi, del dissodamento delle terre di nuovo acquisto alla coltura. Questi i mezzi, che, come è accaduto di ogni altro ente morale collettivo, fecero dell'associazione cristiana una cosa vitale, e nel Medioevo soprattutto permisero ad un piccolissimo ceto di addottrinati di far servire una vasta compagine economica a fini relativamente più elevati, più nobili, più altruistici e più progressivi, di quel che non accadesse nell'ambito dei possedimenti strettamente feudali, e per opera di sovrani taglieggiatori, razziatori, e pirati. La borghesia, nelle sue diverse fasi, con modi più o meno rapidi, e in forme più o meno rivoluzionarie, ha fatto dappoi man bassa di cotesta economia della proprietà del popolo cristiano, e l'ha in diversi modi incorporata alla proprietà di pieno diritto privato, e l'ha resa fluida nel sistema capitalistico. Dove cotesta proprietà di ecclesiastica economia ha resistito parzialmente, e dove parzialmente resiste ancora ai colpi dell'evo progressivo, gli è perché essa adempie tuttavia alcuni ufficii, che le altre organizzazioni pubbliche, e lo stato che le rappresenta, o non assumono sopra di sé, o tollerano sussistano tuttora nella chiesa, come in forma di concorrenza.
      La storia di cotesta economia è il midollo di quella interpretazione del variare del cristianesimo, che la critica ulteriore dovrà elaborare.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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