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      Non son forse questi i doveri e gli oneri del mestiere? Ed è qui che due anni fa venne precisamente in buon punto il mio benedetto signor Croce, col consiglio che mi dette, che io pubblicassi dei saggi di socialismo scientifico, come per porre alla mia attività di socialista un obiettivo più solido. E, come da cosa vien cosa, anche queste lettere d'occasione possono passare per un saggio sussidiario e complementare di materialismo storico.
      Come è chiaro, caro Sorel, questo discorso non riguarda punto voi, ma me soltanto; perché cerco quasi quasi delle scuse alla pubblicazione di un nuovo libercolo, e in quanto io da italiano vivo in Italia. Probabilmente se queste mie lettere, oltre che da voi, saranno lette da altri in Francia, costoro diranno, che io non li ho persuasi lo stesso del materialismo storico, e forse ripeteranno ragionevolmente le osservazioni di alcuni critici dei miei saggi, che, con le traduzioni, cioè, da una lingua straniera, non si riesce a cambiare gli umori intellettuali di una nazione(40).
     
      Pur così scrivendo, come per metter la chiusa a questa faccenda epistolare, temo ancora non mi venga la voglia di continuare. Non son forse le lettere moltiplicabili all'indefinito, come le favole e i racconti? Per fortuna, però, io m'ero proposto fin dal principio di rispondere, così all'ingrosso, ai quesiti che voi, sfiorando dei tèmi della massima difficoltà, ponete nella vostra Prefazione; cosicché una ragione di finire m'è pur data dai termini stessi del vostro scritto, al quale mi sono andato via via riferendo.


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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