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      Ed ecco che la volpe si fa idealista, per manco di positivo. Questa borghesia italiana, di fronte all'astensionismo, o reazionario o demagogico dei clericali, e per il lentissimo sviluppo dell'opposizione proletaria, si è sentita e si sente come se fosse tutta la nazione, e nel difetto di partiti che dividano la società, dà il nome di partiti alle fazioni che si raccolgono intorno a capitani e proconsoli, o ad intraprenditori ed avventurieri di varie sorti. Al primo apparire del socialismo essa rimase attonita.
      D'altra parte, s'ingannano quelli i quali credono, che l'agitarsi delle moltitudini sia sempre indizio o prodromo da noi, com'è di fatto alcune volte e in alcuni punti d'Italia, di quel moto proletario che, come lotta economica su base concreta, o come aspirazione politica, volge più o meno esplicitamente al socialismo in altri paesi. Qui il più delle volte questo agitarsi è come la ribellione delle forze elementari contro di uno stato di cose in cui esse forze non trovano la necessaria coercizione, quella coercizione, dico, che è propria di un sistema borghese atto ad irreggimentare i proletarii. Si guardi, per es., all'acuita forma di emigrazione, che è, salvo poche eccezioni, di uomini atti ad offrire le braccia, l'incomparabile sedulità, e lo stomaco capace d'ogni privazione, allo sfruttamento del capitale straniero in terra straniera: - sono, in una parola, lavoratori uscenti dai campi, dove son di soverchio, o dall'artigianato in decadenza, che la ferula educativa del capitale ridurrebbe in isquadre di addetti alle fabbriche, se la grande industria si affrettasse a svolgersi, o che il patrio capitale menerebbe nelle patrie colonie, se ce ne fosse, e se non fosse venuta la pazzia di crearne là dove pare presso che impossibile il farne(45).


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Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





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