Pagina (179/183)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nella storia di questa lotta, quello fra gli elementi della vita primitiva che offra più materia di contrasto...è la lingua...che conserva nelle epoche posteriori l'apparenza di una norma, alla quale tutti gli individui debbano necessariamente e inevitabilmente adattarsi. Ma quando gli uomini han cessato di trovarsi istintivamente d'accordo in quello che deve chiamarsi giusto, virtuoso, onesto, etc...ed han perduto la fede in quei tipi astratti del mito e della leggenda, nei quali la fantasia primitiva avea espresso ed ipostatato i comuni criterii...sorge...nell'individuo il bisogno di rifarsi quella certezza, che prima s'avea nell'acquiescenza in un criterio comune e naturale, e si dice: tì esti (che è)? E in questa domanda è riposto l'interesse logico di Socrate
      (p. 59). - "L'unità intrinseca della parola, che nel costante valore fonetico serba una certa apparenza di uniformità, non vale che ad accrescere la confusione e l'incertezza; perché, mentre dapprima siam vinti dall'illusione, che le stesse parole esprimano le medesime rappresentazioni, a lungo andare la convinzione che acquistiamo del profondo divario che passa fra i nostri e gli altrui concetti, diviene più evidente di quella illusione, e finisce per bandirla del tutto"(p. 62). - "La domanda tì esti (che è) circoscrive tutta la ricerca sula valore di un concetto, alla evidente determinabilità di quello che in esso si pensa. Il contenuto, che a prima vista sembra espresso nella semplice denominazione, bisogna che sia davvero posto, nella sua inerenza ed identità; e questo processo non può compiersi da sopra in sotto, o, come diremmo noi, deduttivamente, perché manca ancora la coscienza di un valore logico incondizionato ed assoluto"(p. 65). - "Il punto di partenza, ossia il nome, che nella sua semplice unità fonetica era dapprima il centro della ricerca, diviene in ultimo l'estremo termine del pensiero; quello in cui si va a metter capo, col farne consapevolmente l'espressione di un contenuto evidentemente pensato; e le immagini concrete, che dapprima si aggruppavano incertamente intorno alla vaga denominazione, non reggendo più alla nuova sintesi, devono scomporsi e prendere un nuovo posto: e solo il nuovo elemento, ottenuto mediante la ricerca, ossia il contenuto costante della rappresentazione, raccolto via via mediante l'induzione, può determinare la coordinazione e la subordinazione nella quale le immagini devono coesistere"(pp.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorrendo di socialismo e di filosofia
di Antonio Labriola
pagine 183

   





Socrate