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      I partiti politici, che dal tempo della Internazionale in qua si vennero costituendo in varii paesi su la base del proletariato e in suo nome esplicito e chiaro, ebbero ed hanno, a misura che sorgono e poi si sviluppano, vivo bisogno di adattare e di conformare a varie e multiformi circostanze e contingenze le esigenze e l'opera loro. Ma nessuno di cotesti partiti ha tale coscienza di sapersi ora così prossimo alla dittatura del proletariato, da sentire in sé urgente il bisogno, o sia pure il desiderio o la tentazione, di rivedere e di valutare le proposte del Manifesto alla stregua di una verificazione, che paia probabile, perché ritenuta prossima. Gli esperimenti storici non sono, in verità, se non quei soli, che la storia stessa fa imprevedutamente, non a disegno, né di proposito, né a comando. Così accadde ai tempi della Comune, che fu, ed è, e rimane fino ad ora per noi, il solo esperimento approssimativo, sebbene confuso perché subitaneo e di breve durata, dell'azione del proletariato, che sia messo alla nuova e dura prova d'impossessarsi del potere politico. Esperimento quello non voluto ad arte, né cercato a disegno, imposto anzi dalle circostanze, ma eroicamente sostenuto; e che ora si converte per noi in salutare ammaestramento. Là dove il movimento socialistico è appena allo stato dell'infanzia, può darsi che questi o quegli, in difetto di esperienza propria e diretta, si appelli, come accade spesso in Italia, all'autorità di un testo, come a precetto: - ma ciò effettivamente non conta proprio nulla.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79

   





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