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      Non è ciò assai significativo?
     
      Dopo tale scorsa nel campo del socialismo contemporaneo, si torna volentieri col pensiero e con l'animo al ricordo di quei primi precursori nostri di cinquanta anni fa, i quali documentarono nel Manifesto la presa di possesso di un posto avanzato sulla via del progresso. Né ciò è da intendere segnatamente ed esclusivamente per rispetto ai soli teorici della schiera; cioè per Marx ed Engels. L'uno e l'altro avrebbero esercitato in ogni caso e sempre, o dalla cattedra, o dalla tribuna, o con gli scritti, una non piccola influenza su la politica e su la scienza, tale e tanta era in loro la potenza e la originalità dell'ingegno e la estensione delle conoscenze, quando anche non si fossero imbattuti mai sul cammino della vita nella Lega dei comunisti. Ma intendo dire di quegli uomini, che nel gergo vano ed orgoglioso della letteratura borghese sarebber detti oscuri: - di quel calzolaio Bauer, di quei sarti Lessner ed Eccarius, di quel miniaturista Pfänder, di quell'orologiaio Moll1, di quel Lochner, o come altro si chiamino quei che primi iniziarono consapevolmente il nostro movimento. Sta come indice della loro apparizione il motto: Proletarii di tutto il mondo, unitevi. Sta come resultato dell'opera loro: il passaggio del socialismo dall'utopia alla scienza. La sopravvivenza dell'istinto loro e del loro primitivo impulso nell'opera nostra dell'oggi, è il titolo indimenticabile, che quei precursori si acquistarono alla gratitudine di tutti i socialisti.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79

   





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