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      Di qui il carattere di utopia! E così noi ci rendiamo parimenti conto del fatto, che le condizioni di oppressione di altri tempi, per quanto più barbare e crudeli, non dessero luogo a quella accumulazione di energia, a quella continuità di resistenza e di opera, che si trovano, si avverano e si svolgono nel proletariato dei tempi nostri. È il cambiamento della società nella sua struttura economica, è la formazione del proletariato nuovo nell'ambito della grande industria e dello stato moderno, è l'apparire di questo proletariato su la scena politica: - sono le cose nuove, in somma, che hanno ingenerato il bisogno di idee nuove. E per ciò il comunismo critico non moralizza, non predice, non annunzia, né predica, né utopizza: - ha già la cosa in mano, e nella cosa stessa ha messo la sua morale e il suo idealismo.
      Per tale nuova orientazione, che ai sentimentali par dura, perché troppo vera, veristica ed effettuale, noi siamo in grado di rifarci regressivamente su la storia del proletariato, e degli altri oppressi da altri metodi di oppressione, che questo precedettero. E ne vediamo le varie fasi; e ci rendiamo conto dell'insuccesso del cartismo; e poi più indietro di quello della cospirazione degli Eguali; e risaliamo ancora più in là alle varie sommosse e resistenze e guerre, come fu quella famosa dei contadini di Germania, e poi più in su alla jacquerie, e ai Ciompi, e a Fra Dolcino. E in tutti questi fatti e avvenimenti scorgiamo forme e fenomeni correlativi al divenire della borghesia, a misura che essa dilacera, sconvolge, vince e sfascia il sistema feudale.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79

   





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