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      Queste forme, e elementi, e rapporti si generarono, sì, in date condizioni storiche; ma ora sono, e sono resistenti, e connessi, e correlativi fra loro, e perciò costituiscono sistema e necessità. Come passar sopra a tale sistema con un atto di negazione logica, e come eliminarlo coi ragionamenti? Eliminare il pauperismo? Ma se è condizione necessaria del capitalismo! - Dare all'operaio l'intero frutto del suo lavoro? Ma dove se ne andrebbe il profitto del capitale? - E dove e come il danaro speso in merci potrebbe crescere di un tanto, se fra tutte le merci che incontra, e con le quali si scambia, non ce ne fosse appunto una, che produce a chi la compra più di quel che gli costi; e se questa merce non fosse appunto la forza-lavoro presa a salario? Il sistema economico non è una fila o una sequela di astratti ragionamenti; ma è anzi un connesso ed un complesso di fatti, in cui si genera una complicata tessitura di rapporti. Pretendere che questo sistema di fatti, che la classe dominatrice si è venuto costituendo a gran fatica, attraverso i secoli, con la violenza, con l'astuzia, con l'ingegno, con la scienza, ceda le armi, ripieghi, o si attenui, per far posto ai reclami dei poveri, o ai ragionamenti dei loro avvocati, gli è cosa folle. Come chiedere l'abolizione della miseria, senza rovesciare tutto il resto? Chiedere a questa società, che essa muti anzi rovesci il suo diritto, che è la sua difesa, gli è chiederle l'assurdo. Chiedere a questo stato, che esso cessi dall'essere lo scudo e anzi il baluardo di questa società e di questo diritto, è volere l'illogico2. Cotesto socialismo unilaterale, che, senza essere strettamente utopistico, parte dal preconcetto che la storia ammetta la errata-corrige senza rivoluzione, ossia senza fondamentale mutazione nella struttura elementare e generale della società stessa, o è una ingenuità, o è un imbarazzo.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79