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      L'acquisizione della Terra al comunismo non è cosa del domani. Ma più larghi si fanno i confini del mondo borghese, più popoli vi entrano, abbandonando e sorpassando le forme inferiori di produzione, ed ecco che più precise e sicure divengono le aspettazioni del comunismo: soprattutto perché decrescono, nel campo e nella gara della concorrenza, i deviatori della conquista e della colonizzazione. La Internazionale dei proletarii, che era appena embrionale nella Lega dei comunisti di cinquanta anni fa, diventata oramai interoceanica, dice ed afferma intuitivamente ogni primo di Maggio, che i proletari di tutto il mondo sono realmente e operosamente uniti. I prossimi o futuri sotterratori della borghesia, e i loro nipoti e pronipoti, ricorderanno in perpetuo la data del Manifesto dei comunisti.
     
     
      Roma, 7 aprile 1895
      1 Questo mio scritto non è un rifacimento del Manifesto, come se volessi adattarlo alle presenti condizioni; né io ne do qui l'analisi o il commento. Scrivo, come dice il titolo, soltanto in memoria.
      1 Intendo dire di quella che ironicamente è chiamata nel Manifesto: del socialismo vero, ossia tedesco. Quel paragrafo che è inintelligibile a chi non sia pratico della filosofia tedesca di allora, specie in certe sue forme di acuta degenerazione, fu opportunamente omesso nella traduzione spagnola.
      1 Da parecchi anni - e sono già otto - nei corsi universitari che intitolo, o genesi del socialismo moderno, o storia generale del socialismo, o della interpretazione materialistica della storia, ho avuto agio e tempo d'impossessarmi di tale letteratura, e di ridurla ad una certa evidenza prospettica e sistematica.


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In memoria del Manifesto dei comunisti
di Antonio Labriola
1895 pagine 79

   





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