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      Che dire poi quando si nasce mima o ballerina? Allora la giacchettina è un non-senso, e a voler fare buona carriera occorre un ben fornito guardaroba.
      E che! Lo Scarfoglio parla della «lode bugiarda e dell'adulazione sfacciata che il suo ben-amato lui-lei riceveva per buona», come se «la piccolina» tutte quelle lodi e quelle adulazioni non le contraccambiasse colla medesima falsità!
      Per altro, le qualità eminentemente femminee del suo piccolo cucco.... - (non dice lo Scarfoglio che Gabriele aveva «la voce e i gesti femminili?») - potevano esse difenderlo contro le seduzioni dello specchio? E che! Ignora, forse, il buttero platonico quale fascino irresistibile esercita lo specchio su le femine in generale, e in particolare su quegli individui che, se per certi segni esteriori pajono maschi, sono poi femine per tutto il resto? E allora, invito lo Scarfoglio a leggere il capitolo seguente.
      DIVORZIO E RICONCILIAZIONEGabriele - voi tutti lo sapete - ama, adora il «bello nudo»; ma ciò che, forse, non sapete è che, al di sopra di ogni altro bello nudo, egli ha amato ed adorato - e forse ama ed adora tuttavia - il bello nudo di sè stesso.
      Bisogna che ci trasportiamo all'anno di grazia 1882, nei giorni in cui lo Scarfoglio - inconsolabile come un vedovo che ami tuttavia la sua perduta compagna - versava lacrime di foco perchè - com'egli fece sapere urbi et orbi - «la fanciulla inconsciamente timida, addobbatasi, azzimatasi e profumatasi, aveva fatto una vera e propria prostituzione di sè alla folla»! - Il che è vero, solo che quella «prostituzione di sè alla folla» Gabriele la fece un po' più tardi.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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