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      E aggiunge che
      «nell'esercizio di tutti i più alti e i più rari diletti ricercavano senza tregua il Sommo, l'Inarrivabile».
      Cercavano, cioè, di succhiarsi e di beversi scambievolmente, meglio ancora, di entrare vicendevolmente l'uno nel corpo dell'altro - per scambiar tra loro i sessi - ma senza riuscirvi.
      «Nei baci di Elena era per l'amato l'elisir sublimissimo. Di tutte le mescolanze carnali quella (il bacio) pareva loro la più completa, la più appagante.... Per prolungare il sorso, contenevano il respiro finchè non si sentivano morire, mentre le mani dell'uno tremavano su le tempie dell'altro smarritamente...»
      «Mi sembra - diceva Elena ad occhi chiusi - che tutti i pori della mia pelle siano come un milione di piccole bocche anelanti alla tua, spasimanti per essere elette, invidiose l'una dell'altra.»
      «Egli allora si metteva a coprirla di baci rapidi, fitti, trascorrendo tutto il bel corpo, non lasciando intatto alcun menomo spazio - (capite?) - non allentando la sua opera, mai. Ella rideva, felice, sentendosi cingere come da una veste invisibile; rideva e gemeva folle, sentendo la furia di lui imperversare; rideva e piangeva, perduta, non potendo più reggere al divorante ardore» - che lo Sperelli - per le ragioni che sapete - non era in grado di spegnere!
     
     *

      E una domanda viene spontanea: Amandosi in cosiffatta guisa, consumano essi o non consumano l'atto fisiologico del coito? - L'atto fisiologico?! Pouah! Ed è questo, forse, un piacere per un impotente?


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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