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      ) - anche i sovrani son folla, perchè - come la folla - accorrono là dove le trombe dei ciarlatani promettono loro di vedere e di essere veduti. Sì, ciò che specialmente attrasse tutta quella gente al Teatro Costanzi, non fu «il genio» di Gabriele, ma «la réclame» di Gabriele, la quale prometteva una «gran bella serata», la serata «aristocratica», la serata «eccezionale», in cui le mondane e le mezze avrebbero abbagliati gli occhi coi loro giojelli; fu la certezza che il giorno di poi i magni giornali avrebbero - anche prima del resoconto del «grande avvenimento artistico» - gridato i loro nomi alla plebe anonima dei loro quotidiani lettori.
     
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      Intanto (dentro parentisi) domando: Poichè lo strombazzato «capolavoro» della superfemina abbruzzese cadde - come sapete - disastrosamente, vergognosamente, non ostante i puntelli d'una clamorosa réclame, perchè non si è ancora pensato dai nostri legislatori di aggiungere al nostro codice penale un articolo che colpisca con pene corporali e pecuniarie gli autori di truffe come quella consumata a danno di tutti coloro che la notte del 28 ottobre 1906 assistettero alla rappresentazione di «un promesso, sicuro, genuino, meraviglioso capolavoro», il quale, viceversa, era - come si rivelò - un indigeribile, stomachevole cibo sotto le parvenze - ahi! ben presto dileguate - di un appetitoso pasticcio? Infatti, si tratta di una vera enorme truffa, alla quale collaborarono l'autore anzitutto, e poi l'impresario, gli artisti drammatici, i cronisti e i critici magnificatori.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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