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      Ma cotesta è folla di barbieri, i quali possono non aver mai pettinato e sbarbato nessuno del loro prossimo, ma sono pur sempre barbieri, perchè - come i barbieri - si nutrono di pettegolezzi, di maldicenze, di scandali, di storielle salaci, insomma, di fattacci, in cui l'umanità si rivela nella sua vera e propria animalità. La Figlia di Jorio, dove per una stessa donna ardono un padre e il suo figliuolo - (una cosa, questa, che ha tutta l'aria di un incesto) - e dove il figlio uccide il padre sotto gli occhi del pubblico, è di ragione il capolavoro di tutti i barbieri.
      E qui i critici-magni, ecco, vorrebbero venirmi addosso armati di questa «terribile» interrogazione: Ma allora anche il pubblico che fischiò Più che l'amore era un pubblico di barbieri? - E perchè no, cari miei critici-magni? Sissignori, quel pubblico fischiò Più che l'amore, non tanto perchè opera falsa dal punto di vista dell'arte, quanto perchè opera falsa dal punto di vista della sua aspettazione. Infatti quel pubblico fischiò perchè - (io l'ho già detto e qui lo ripeto) - il fattaccio di Più che l'amore, anzichè essere agìto sotto i suoi occhi - come accade del fattaccio della Figlia di Jorio - è nojosamente narrato dal Brando in una lunga, interminabile cicalata di belle parole, di belle frasi, di strabilianti, assurde similitudini e di descrizioni a freddo, nell'uso delle quali è maestro unico il Divo.
      IL «SAN SEBASTIANO» DEL DIVO GABRIELEOVVERO
      Un androgine sulle scene dello Châtelet
      «Il più grande apostolo della latinità integrale» - «l'inconcusso eccitatore delle energie della stirpe latina» - «il rigido custode dell'italianità» - il meraviglioso artefice dai molti ingegni» - il superuomo dalle diecimila anime»..., ecco, ricevette un giorno dalle lunghe gambe d'una slava ballerina l'ispirazione a scrivere il San Sebastiano.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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